25 Febbraio 2021
Possono essere licenziati gli operatori sanitari che rifiutano il vaccino antiCovid?
Pare di sì, anche senza un espresso obbligo vaccinale imposto dalla legge.
È questo l’orientamento rigoroso che si sta facendo strada per bocca di alcuni noti giuslavoristi e che si fonda sul fatto che le mansioni svolte da chi esercita professioni sanitarie o lavora nelle RSA richiedono uno standard di sicurezza particolarmente elevato, che deve essere fatto rispettare, non soltanto per la sicurezza dei lavoratori, ma anche dei terzi che si trovino nell’ambiente di lavoro.
Per la maggior parte delle altre categorie di lavoratori (ove non caratterizzate da esigenze di sicurezza altrettanto stringenti) invece, il chiaro disposto dell’art. 32 della Costituzione (“nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario se non per disposizione di legge”) rende più difficile ipotizzare il licenziamento del lavoratore che rifiuti la somministrazione del vaccino. Tuttavia, ove il datore di lavoro ritenga che il lavoratore non sia comunque idoneo allo svolgimento del compito assegnatogli in conseguenza del rifiuto del vaccino, potrà sospenderlo senza diritto alla retribuzione (ad eccezione dei casi in cui la prestazione lavorativa possa essere compiuta integralmente da remoto).
Seguici su LinkedIn
18 Gennaio 2021
Speranza per gli obbligazionisti ante Bail-In
Il tribunale di Amsterdam ha recentemente emesso un’interessante sentenza a favore di sottoscrittori (fra cui alcuni italiani) di subordinate bonds emessi da due banche olandesi, SNS Reaal e SNS Bank, nazionalizzate in epoca precedente il bail-in.
In base al regime di bail-in, tutti devono contribuire al salvataggio dell’istituto con modalità diverse a seconda della categoria di appartenenza: in questo contesto, i portatori di obbligazioni subordinate sono trattati poco meglio degli azionisti, che perdono interamente il capitale investito.
Il governo olandese, già prima dell’entrata in vigore del bail-in, fu precursore di tale principio e ritenne che gli obbligazionisti dovessero essere rimborsati a zero euro, al pari degli azionisti.
I sottoscrittori delle obbligazioni in questione non erano di questo avviso e si sono rivolti ai giudici, ottenendo un ristoro nei confronti dello Stato olandese, fissato tra il 65 e il 75% del valore nominale dei titoli, oltre interessi, pari in sostanza all’ultimo prezzo di quotazione dei titoli.
Questo principio potrebbe costituire un precedente interessante e aprire ai risarcimenti per coloro che si trovano in situazioni simili, prima dell’entrata in vigore del bail-in.
Seguici su LinkedIn