12 Settembre 2024
Nell’ordinanza n. 23683 , pubblicata il 4 settembre 2024, la Corte di Cassazione ha confermato che, in caso di prelievi fraudolenti effettuati tramite carte di debito o di credito, la banca deve risarcire i propri clienti, a meno che non riesca a provare la loro colpa grave. Si tratta di una pronuncia di importanza fondamentale, che rafforza la tutela dei diritti dei consumatori nei loro rapporti con gli istituti di credito in caso di frodi.
Il caso e la decisione di merito
Il caso oggetto del commento si riferisce ad una correntista che aveva subito prelievi fraudolenti dal proprio conto per oltre €5.000 e aveva successivamente presentato ricorso contro l’istituto di credito, chiedendo il risarcimento dei danni subiti per negligenza della banca che, secondo la ricorrente, non aveva adottato le cautele idonee a scongiurare operazioni illecite da parte di terzi. L’istituto di credito, dal canto suo, sosteneva che la cliente fosse invece responsabile di quanto accaduto poiché non aveva prestato sufficiente attenzione nella custodia della propria carta e del PIN e la carta era stata utilizzata “con elevato grado di probabilità” dai suoi familiari. Il ricorso era stato respinto dal giudice di merito e in Appello.
L’ordinanza della Cassazione
Diverso il parere della Suprema Corte che richiama i principi già dettati nella sentenza n.3780 del 2024. Per la Cassazione, la diligenza posta a carico del professionista, per quanto concerne i servizi posti in essere in favore del cliente, ha natura tecnica e deve valutarsi tenendo conto dei rischi tipici della sfera professionale di riferimento, assumendo come parametro quello dell’accorto banchiere. La responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo strumenti elettronici va quindi esclusa solo se ricorre una situazione di colpa grave dell’utente, ma il riparto degli oneri probatori posto a carico delle parti segue il regime della responsabilità contrattuale. Mentre il cliente è tenuto a provare la fonte del proprio diritto e il termine di scadenza, la banca deve provare il fatto estintivo dell’altrui pretesa e di conseguenza non può omettere la verifica dell’adozione delle misure atte a garantire la sicurezza del servizio. Poiché la sottrazione dei codici attraverso tecniche fraudolente rientra nel rischio d’impresa, l’istituto di credito per liberarsi dalla propria responsabilità deve dimostrare la sopravvenienza di eventi che si collochino al di là dello sforzo diligente a lei richiesto.
La Cassazione richiama, inoltre, la sentenza n.26916 del 2020, secondo la quale è del tutto ragionevole ricondurre nel rischio professionale della banca, la possibilità di un utilizzo dei codici d’accesso da parte dei terzi, non attribuibile a dolo del titolare o da comportamenti talmente incauti da non poter essere fronteggiati in anticipo. L’erogatore dei servizi, a cui è richiesta una diligenza tecnica, sulla base di una valutazione di prevedibilità ed evitabilità, è quindi responsabile a meno che non riesca a fornire la prova della riconducibilità dell’operazione a colpa grave da parte del cliente.
La Cassazione accoglie otto dei nove punti del ricorso e rinvia la causa alla Corte d’Appello di Salerno, in diversa composizione, per il corrispondente nuovo esame e per la regolamentazione delle spese del giudizio di legittimità.
Le conseguenze a favore dei correntisti
L’ordinanza della Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei correntisti e nella lotta alle frodi bancarie, apportando tre conseguenze concrete che possiamo così sintetizzare:
- Responsabilità dell’istituto di credito: in caso di prelievi fraudolenti, la responsabilità ricade sulla banca, a meno che quest’ultima non dimostri la colpa grave del correntista;
- Maggiore tutela per i clienti: grazie ai principi enunciati dalla Suprema Corte, i correntisti frodati sono maggiormente garantiti nella richiesta di rimborso delle somme sottratte da terzi in modo fraudolento;
- Più sicurezza del sistema bancario: le pronunce della Cassazione stimolano gli istituti di credito a incrementare gli investimenti nelle misure di sicurezza per proteggere meglio i propri clienti.
Seguici su LinkedIn