16 Dicembre 2021
Il momento storico in cui ci troviamo a vivere è caratterizzato da grandi trasformazioni che stanno avendo significative ripercussioni anche sull’organizzazione del lavoro; in questo contesto è altresì emersa una crescente attenzione per i processi produttivi nonché sulle loro implicazioni sia a livello generale di sostenibilità ambientale sia a livello individuale di benessere personale e psicologico. Lo smart working, o lavoro agile, ne è uno degli esempi più evidenti. A questo proposito, lo scorso 7 dicembre il Ministro Orlando e le Parti Sociali hanno firmato il “Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile” per il settore privato. Il documento contiene le linee guida cui dovranno attenersi in futuro la contrattazione collettiva, nazionale e aziendale e/o territoriale, nel disciplinare, nell’ambito del settore privato, tale modalità di svolgimento del lavoro impostasi con la pandemia. L’esperienza di questi mesi ha messo le imprese di fronte ai vantaggi dello smart working in termini di produttività e maggior responsabilizzazione del personale ma anche alle criticità connesse, con particolare riferimento alla complessità della gestione dei flussi informativi e della condivisione ed al rischio di alienazione del singolo. Da questa consapevolezza deriva il ruolo fondamentale riconosciuto dall’art. 13 del Protocollo alla formazione continua per gli smart worker, indispensabile per quella tipologia di lavoratori che quotidianamente fa i conti con l’evoluzione degli strumenti e delle tecnologie digitali, di cui è comunque necessario promuovere un uso consapevole ed appropriato, evitando, nel contempo, qualsiasi forma di invasione nella vita privata. È, infatti, prevista l’attuazione di percorsi formativi, rivolti anche ai responsabili aziendali ad ogni livello, per consentire ai lavoratori di incrementare specifiche competenze tecniche, organizzative, digitali, anche per un efficace e sicuro utilizzo degli strumenti di lavoro forniti in dotazione. Si sottolinea inoltre la necessità che anche chi lavora in smart working sia inserito nei percorsi professionali e di sviluppo rivolti alla generalità dei dipendenti, favorendo la formazione continua. Inoltre, la formazione può costituire per i lavoratori in modalità agile un momento di interazione e di scambio in presenza, anche per prevenire situazioni di isolamento.
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