29 Luglio 2022
Passa la Class Action dei cittadini brasiliani contro la Holding UK.
Un tribunale UK giudicherà il peggior disastro ambientale del Brasile: il crollo della diga di Fundão (nota anche come diga di Mariana o diga Samarco). Si tratta di una prima importante vittoria per i 200.000 cittadini brasiliani che, non avendo avuto giustizia nelle corti del loro paese, chiedevano da anni di affrontare la holding dell’azienda anglo-australiana Bhp, titolare della diga, con un processo in Gran Bretagna. Lo ha deciso la Corte d’Appello britannica, annullando la decisione di un tribunale di grado inferiore che l’anno scorso aveva bocciato la richiesta di 5 miliardi di sterline (6 miliardi di dollari) contro il gigante minerario anglo-australiano BHP, in quanto non ritenuta di pertinenza dei tribunali inglesi – una dottrina nota come forum non conveniens – perché in questo caso la maggior parte delle persone, dei testimoni e degli esperti coinvolti risiedono in Brasile.
Il crollo della diga è avvenuto nel corso dell’alluvione del 2015 e ha provocato la morte di 19 persone e distrutto interi villaggi e fattorie, causando uno dei più grandi disastri ambientali della storia del Brasile. La diga che chiudeva un bacino di contenimento per gli scarti dell’industria mineraria è ceduta, riversando a valle 40 milioni di m3 di fanghi tossici che hanno avvelenato gli ecosistemi del Rio Doce, buona parte dello stato di Minas Gerais e il corso del fiume fino all’oceano Atlantico, complessivamente 400 miglia (640 chilometri) di corsi d’acqua.
La diga era di proprietà e gestita da Samarco Mineração SA, una società brasiliana di proprietà congiunta di Vale SA e BHP Billiton Brasil, parte di BHP Group PLC. Quest’ultima, al momento del crollo, aveva la sua sede centrale in Inghilterra.
“La stragrande maggioranza dei ricorrenti che hanno recuperato i danni ha ricevuto solo somme molto modeste in relazione ai danni morali per l’interruzione dell’approvvigionamento idrico”, si legge nella sentenza della Corte d’Appello britannica, la quale afferma che il risarcimento pagato in Brasile non fosse adeguato. La decisione riafferma la storica sentenza della Corte Suprema del Regno Unito del 2021 nella causa Okpabi e altri contro Royal Dutch Shell PLC secondo cui LE MULTINAZIONALI CON SEDE NEL REGNO UNITO POSSONO ESSERE RITENUTE RESPONSABILI DELLA CONDOTTA DELLE PROPRIE FILIALI ESTERE.
E’, quindi, un precedente dirompente che può rivelarsi assai utile per tutti i soggetti, anche italiani, che siano stati danneggiati da società appartenenti a un gruppo facente capo a una società UK: potranno invocare in loro favore il principio di cui sopra per intraprendere un giudizio in UK, avvantaggiandosi degli strumenti processuali disponibili in tale sistema giuridico – class action in primis – e della possibilità di rivalersi anche sul patrimonio della holding.
Il principio sancito impone alle multinazionali con holding UK di ripensare il proprio sistema di organizzazione di gruppo e di verificare l’effettivo rispetto dei criteri ESG da parte di ciascuna delle proprie controllate onde evitare serie ripercussioni sulla capo-gruppo.
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