7 Marzo 2024
Dal 17 febbraio 2024, tutti i servizi intermediari che trasmettono o memorizzano informazioni online devono rispettare le disposizioni previste dal Digital Services Act (DSA) – Regolamento UE 2022/2065, che ha la finalità di garantire un ambiente online sicuro, in cui i diritti fondamentali degli utenti siano protetti, vietando la divulgazione di materiale illegale.
A chi si applica
Il DSA si applica alle piattaforme online, motori di ricerca e servizi di hosting (cloud e web) che operano nel mercato dell’Unione Europea, a prescindere dal fatto che la loro sede sia all’interno dell’Unione Europea o meno.
Cosa cambia per le imprese
A partire dal 17 febbraio 2024 tutte le imprese italiane che rientrano nelle categorie sopraelencate dovranno, quindi, conformarsi alle disposizioni del DSA al fine di assicurare un ambiente più sicuro e promuovere la parità e la competizione nel contesto del mercato digitale europeo. Lo stesso vale per le imprese straniere operative in Italia.
Quali sono i nuovi obblighi per le piattaforme digitali
Il DSA introduce un elenco particolarmente ampio di nuovi obblighi per gli operatori, la cui portata differisce in base alla grandezza e al ruolo specifico che questi ultimi ricoprono nell’ambiente digitale. Per tutti, indipendentemente dalle dimensioni, vige l’obbligo di gestire ed elaborare le segnalazioni degli utenti, rispetto ai contenuti ritenuti illegali, prevedendo delle procedure ad hoc per una loro rapida rimozione. Il rispetto dei diritti fondamentali rappresenta un ulteriore elemento chiave del DSA. Tutti i soggetti che forniscono servizi digitali sono tenuti ad assicurare che i propri “termini e condizioni di servizio” siano conformi a tali diritti per proteggere gli utenti da disposizioni contrattuali abusive o discriminatorie. Al fine di incrementare la trasparenza, il DSA prescrive alle piattaforme online di divulgare informazioni essenziali, tra cui gli algoritmi impiegati per i suggerimenti.
Struttura di supervisione paneuropea
La valutazione di queste pratiche sarà affidata alla nuova struttura di supervisione paneuropea, che prevede un ruolo attivo della Commissione europea, autorità competente a sorvegliare le 19 piattaforme più grandi: due motori di ricerca (Bing e Google Search) e 17 grandi piattaforme online: tra social media, servizi di commercio elettronico, servizi Google, ma anche Booking.com, Wikipedia e YouTube. Per l’Italia il coordinatore nazionale dei servizi digitali è l’Agcom che si occupa della vigilanza, dell’applicazione del Regolamento e coordina le altre autorità nazionali competenti.
Cosa succede in caso di violazione
Per chi viola le regole sono previste sanzioni fino al 6% del fatturato annuo complessivo o il blocco temporaneo delle attività. I fruitori dei servizi digitali hanno il diritto di richiedere un risarcimento per eventuali danni o perdite derivanti da violazioni commesse dalle piattaforme. Inoltre, sono previste ulteriori sanzioni nel caso in cui le piattaforme forniscano informazioni errate, incomplete o fuorvianti e non provvedano a correggerle, o a cooperare durante le ispezioni.
È essenziale che gli operatori inclusi nelle categorie indicate dal DSA, comprese le piccole e microimprese, si accertino di operare in conformità alle disposizioni stabilite dal suddetto Regolamento Europeo, attraverso una corretta informazione e l’adozione delle misure necessarie. Il rispetto delle disposizioni previste dal Regolamento Europeo non è solo un obbligo, ma può anche essere un’opportunità per distinguersi sul mercato attraverso l’adozione di pratiche trasparenti e responsabili, tema a cui gli utenti sono sempre più sensibili.
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