29 Aprile 2024
Nella seduta del 23 febbraio 2024, il Consiglio Nazionale Forense (CNF), in esecuzione della legge 49 del 2023, ha approvato la formulazione definitiva del nuovo art. 25bis del codice deontologico forense in materia di equo compenso, previsione che entrerà in vigore in seguito alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Le sanzioni previste sono leggere in quanto, come sottolinea la relazione di approfondimento del CNF, il professionista che accetta un compenso iniquo è già in qualche modo una vittima di un cliente “forte”, e non andrebbe ulteriormente vessato da obblighi e/o sanzioni. La nuova formulazione consente, inoltre, all’avvocato di utilizzare il rilievo disciplinare nelle trattative con i clienti “forti”, per ottenere condizioni contrattuali più vantaggiose.
Quali sono gli obblighi previsti dal nuovo art. 25bis
A norma della precitata disposizione all’avvocato è fatto divieto di concordare o preventivare un compenso che non sia ‘giusto, equo e proporzionato alla prestazione professionale richiesta e non sia determinato in applicazione dei parametri forensi vigenti’.
Inoltre, il secondo comma dell’articolo in commento impone all’avvocato che stipuli una qualsiasi forma di accordo con il cliente di avvertire per iscritto il cliente che il compenso per la prestazione professionale deve rispettare i criteri stabiliti dalle disposizioni vigenti in materia, a pena di nullità della pattuizione.
Le sanzioni in caso di violazione
Nella relazione di accompagnamento al testo del nuovo art. 25bis si legge che gli illeciti deontologici ivi previsti, presentando diversa lesività, devono implicare l’applicazione di sanzioni proporzionate e quindi la sanzione minima dell’avvertimento in caso di violazione dell’obbligo di comunicazione e la sanzione più grave della censura nel caso in cui l’avvocato violi in modo sostanziale la normativa sull’equo compenso accettando compensi iniqui.
I risvolti pratici per gli avvocati
In seguito all’entrata in vigore della disposizione in commento gli avvocati dovranno quindi – oltre a rispettare nella sostanza la previsione di equità nella determinazione dei compensi – inserire nelle pattuizioni dei compensi anche l’avvertimento in merito al rispetto dei vigenti criteri tabellari a pena di nullità.
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