30 Settembre 2022
Via libera alla riforma della Giustizia proposta dal Ministro della giustizia Marta Cartabia. Il 28 settembre 2022, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, tre decreti legislativi di attuazione della riforma della giustizia civile e penale e dell’ufficio per il processo. I testi tengono conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari.
La riforma interviene in modo radicale sulla struttura del processo civile, anticipando il contraddittorio tra le parti e le preclusioni istruttorie ad un momento antecedente rispetto alla prima udienza di comparizione, che diviene il fulcro del processo, concentrandosi in essa anche la decisione sull’ammissione delle prove. Si aggravano gli oneri a carico dei difensori delle parti nella fase introduttiva del giudizio, soprattutto per quanto riguarda l’articolazione dei mezzi di prova.
La riforma del processo civile è uno degli obiettivi concordati con l’Unione europea per accedere alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Con la legge n. 206 del 2021, il Parlamento ha previsto una delega al Governo per l’efficienza del processo civile e la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, nonché una serie di misure urgenti per la razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie e in ambito di esecuzione forzata.
In attuazione di tale delega, il 2 agosto 2022 il Governo ha trasmesso alle Camere lo schema di decreto legislativo A.G. 407, sul quale le commissioni competenti di Camera e Senato hanno espresso un parere favorevole, condizionato dall’accoglimento di una serie di rilievi (la Commissione Giustizia del Senato si è espressa il 13 settembre 2022; la Commissione Giustizia della Camera si è espressa il 15 settembre 2022).
L’iter procedimentale della riforma si è, infine, concluso nella giornata di ieri con l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto legislativo attuativo della legge delega n. 206 del 2021.
Lo schema di decreto legislativo sottoposto al Consiglio dei Ministri prevede l’entrata in vigore il 30 giugno 2023 e l’applicazione ai processi introdotti successivamente a tale data. Occorre, però, sottolineare che si tratta di una previsione suscettibile di modifica.
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